Zone umide nelle isole italiane

La Foce del Liscia o Porto Liscia è situata nella baia omonima, tra la Penisola di Culuccia a ovest ed il Tombolo che congiunge l’Isola dei Cavalli (Isuledda) alla terraferma a est, tra i comuni di Santa Teresa Gallura e Palau. La spiaggia, di una lunghezza di 3000m per una ampiezza massima della zona di spiaggia emersa di 40m prende il nome dal Fiume Liscia che sfocia nella baia. Il Fiume Liscia è uno dei maggiori corsi d’acqua della Sardegna settentrionale, nasce nel massiccio del Limbara (1.359m) e sfocia nell’omonima spiaggia dopo un percorso di 64Km. Il bacino si sviluppa con un prevalente orientamento S-N ed è quasi totalmente impostato su rocce granitiche, escludendo la parte centrale del bacino in cui affiorano rocce scistose appartenenti al complesso metamorfico paleozoico (De Muro & Pusceddu, 2012). La foce si presenta come un complesso sistema di spiaggia e retro-spiaggia di origine alluvionale (Località Barrabisa) nel quale il fiume stesso si articola in canali ed isolotti foltamente vegetati da Phagmites australis. Le sponde prevalentemente sabbiose presentano piccole macchie di vegetazione dulcicola e salicorneti, costituiti prevalentemente da giunchi e chenopodiacee. Nelle parti più esterne rispetto al fragmiteto e in alcuni tratti con carattere fluviale delle piana alluvionale, la vegetazione ripariale arbustiva è costituita principalmente da tamerici, con la presenza sporadica, forse relittuale, di ontanete con Salix atrocinerea. La successione psammofila è altresì importante e comprende sia quelle effimere (habitat 1210) o di dune embrionali (Habitat 2110), sia quelle più evolute e stabili con graminacee perenni (Habitat 2120), quali Calamagrostis arenaria, o del Crucianellion maritimae (Habitat 2210), nel quale spicca la presenza di Armeria pungens e Ephedra distachya. Si segnala inoltre la presenza di psammofile endemiche poco comuni e d’interesse conservazionistico, quali Spergularia macrorhiza e Linaria flava ssp. sardoa (Bagella 1985). Da contraltare, fa invece l’ingente contingente di alloctone, delle quali si auspica un intervento volto a limitarne l’espansione. Tra le invasive, si menzionano: Carpobrotus ssp., Cotula coronopifolia, Digitaria ciliaris, Cyperus eragrostis, Echinochloa colona e Asclepias fruticosa. Per quanto riguarda gli aspetti faunistici, sebbene potenzialmente rilevanti, non sono stati al momento oggetto di studi specifici. Si conosce, dai pochi dati disponibili, che l'area rappresenta uno dei più importanti siti di nidificazione del pollo sultano. [Monitoraggio Fois, M., Cuena A., 22.06.2020]