Zone umide nelle isole italiane

Lo Stagno San Teodoro si colloca sulla costa nord-orientale della Sardegna, nei pressi del comune omonimo. Lo stagno ha una forma allungata, con il suo asse maggiore lungo 4 km circa e disposto in direzione N-S. Esso si sviluppa parallelamente alla costa ed alla Strada Statale n.125 (Orientale Sarda) che lo costeggia ad ovest. L’area stagnale è un bacino idrico separato dal mare da un cordone litorale sabbioso e delimitato a nord dal promontorio granitico di P.ta Sabbatino – P.ta Aldia ed a sud dall’abitato di San Teodoro. Dal punto di vista geologico l’area palustre è disposta su terreni alluvionali pleistocenici di origine granitica, talora terrazzati, con basse dune sabbiose irregolari di retrospiaggia poggianti su un basamento paleozoico di medio-alto grado metamorfico intersecato dal complesso granitico ercinico. Lo stagno ha una profondità media di 0.70 m e massima di 2.30 m ed è alimentato soprattutto dal corso d’acqua omonimo che si immette nel suo versante meridionale e dal Rio di Filicaiu che si innesta nel suo versante occidentale. Il Rio di San Teodoro costituisce il maggior tributario del bacino imbrifero dello stagno che si sviluppa prevalentemente su litologie granitiche e metamorfiche. La vegetazione dello stagno di S. Teodoro appare in buono stato di conservazione e molto diversificata. La vegetazione palustre allo sbocco degli immissari presenta popolamenti puri di Bolboschoenus maritimus con presenza della poco comune Schoenoplectus litoralis, inquadrabili nell’associazione Scirpetum maritimi. Andando verso le parti più interne compaiono cenosi a Juncus compressus e Eleocharis palustris mentre sono sporadiche le pozze temporaneamente inondate riferibili all’habitat 3170 * Stagni temporanei mediterranei; sono inoltre densi i fragmiteti e i tifeti. La vegetazione alofila è la più diffusa ed è strutturata in vaste praterie ad Arthrocnemum fruticosum e Halimione portulacoides. Nelle zone più depresse compare nel periodo estivo la terofita Salicornia perennans. Per quel che riguarda i popolamenti psammofili, la formazione pioniera sulle sabbie è costituita da Salsola soda e Cakile maritima; quindi si rinvengono, andando dal mare verso l’interno, gli habitat 2110 Dune embrionali mobili, 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) e le fisse del 2250 * Dune costiere con Juniperus spp e 2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia, a mosaico con 2230 Dune con prati dei Malcolmietalia. Lo stagno ricade all’interno della Zona di protezione speciale (ZPS)-ITB013019 ”Isole del Nord - Est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro e del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ITB010011-Stagno di San Teodoro. Il sito, soprattutto nella parte a mare è molto sfruttato dal punto di vista turistico per la valenza ricreativa e paesaggistica della spiaggia. All’interno dello stagno si effettuano invece escursioni a battello, mentre nella parte più settentrionale, divisa da un argine artificiale, è stata adibita a peschiera. Testo modificato da: http://www.apmolentargius.it/stagno-di-san-teodoro/