Zone umide nelle isole italiane

Lo Stagno di Tortoli, noto anche con il termine di Peschiera, è un bacino chiuso di forma circolare irregolare che occupa una superficie di 290 ettari ed è separato da un lungo cordone dunale che lo separa dal mare a est, mentre, a ovest, lambisce la città di Tortolì e il borgo di Girasole. Il suo principale immissario è il Rio Girasole ma sono presenti una serie di affluenti minori, principalmente provenienti dal retrostante Bruncu Maoro. Lo stagno di Tortolì ha una profondità media che oscilla tra un metro e un metro e mezzo e presenta tre sbocchi a mare, provvisti di moderni lavorieri per la cattura del pesce e il ricambio delle acque. Il sito è considerato uno dei bacini più pescosi della Sardegna. Dal punto di vista vegetazionale, per la sua estensione e gradiente di salinità, presenta diverse tipologie che variano da quelle psammofile costiere, riferibili agli habitat 2110 Dune embrionali mobili, sino ad arrivare alle dune stabili del 2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia (con estese fioriture di Halimium halimifolium) e in 2270 * Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster nel quale è diffusa Rouya polygama, considerata minacciata (EN) a livello globale secondo i criteri indicati dalla IUCN e inserita nella convenzione di Washington (CITES), nell’Allegato I della Convenzione di Berna e nell’Allegato II della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE). Dove il gradiente di salinità e umidità aumenta, è diffuso invece il 1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi) a mosaico con il 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi). La flora ripariale e palustre dulciacquicola e subalofila è costituita dai comuni tamerici, Phragmites australis e Typha angustifolia, impreziosita da alcune specie poco comuni e/o endemiche quali Mentha suaveolens insularis, Saponaria officinalis, Sambucus ebulus e Plagius flosculosus. In questi contesti si concentrano altresì numerose specie alloctone, alcune delle quali invasive, come Cortaderia selloana, Ailanthus altissima o Robinia pseudoacacia. In questi contesti è facile immaginare che la fauna, soprattutto rappresentata dall’ittiofauna, spesso allevata, e dall’avifauna, composta in buona parte da uccelli acquatici, sia abbondante. Lo stagno non rientra comunque all’interno di alcuna tipologia di zona protetta. [Monitoraggio in campo: M. Fois, A. Cuena, 20.07.2019]