Zone umide nelle isole italiane

Il Simbirizzi è situato tra il Comune di Quartucciu, Quartu e il territorio di Flumini, in una conca naturale circondata da colline principalmente costituite da arenarie mioceniche. Dal 1985 (ultimazione dei lavori) è stato trasformato in una diga artificiale che raccoglie, in un volume massimo di 7390 m3, le acque necessarie per l’approvvigionamento di buona parte dell’agglomerato urbano di Cagliari. L’area rappresentava originariamente il più vasto bacino endorreico della Sardegna ed uno dei più interessanti del Mediterraneo. Il suo regime variava a seconda delle stagioni e, quando le acque in parte evaporavano, sulle rive cristallizzava il sale che gli abitanti di Maracalagonis e Sinnai raccoglievano. A testimonianza di ciò, nei pressi dello stagno c’è una strada campestre chiamata ancora “su mori de su sali” (il sentiero del sale), percorsa anche dai salinieri di Maracalagonis che si recavano al lavoro nelle saline di Quartu. Gli antichi scrittori sardi ricordano che nei pressi dello stagno di Simbirizzi, su una collinetta, era presente un villaggio della diocesi di Cagliari, chiamato “Simbilis”, abbandonato già alla fine del 1500. Del villaggio è rimasta solo la chiesetta che verso il 1600 fu intitolata a Nostra Signora del Buoncammino, a protezione dei viandanti. Si ipotizza l’origine del nome “Simbirizzi” al termine sardo “su imbirizzi” che significa “luogo dove si raccolgono le piogge”. Qui si segnalavano in Onnis (1964), specie vegetali d’interesse, quali un Limonium sp., possibilmente estinto e una delle rarissime località di Halopeplis amplexicauilis, specie che vegeta su suoli ad elevata concentrazione salina. Nonostante le profonde modificazioni subite, conserva alcune rilevanze ambientali, legate alla nutrita presenza di Tamarix sp. pl. di grosse dimensioni e alla nidificazione di numerose specie, favorita dalla vicinanza al sito Ramsar di Molentargius. L’ambiente è frequentato da escursionisti, bikers ed birdwatcher, sebbene un certo livello di degrado sia rilevabile dalla presenza di discariche abusive diffuse intorno a tutta l’area. [Monitoraggi in campo: M. Fois, A. Cuena, 23.04.2018; 01.11.2019]