Zone umide nelle isole italiane

S. Forzorio è un bacino chiuso (endorreico) ampio circa 5.5 ha localizzato nei territori del Comune di Quartu S. Elena, sulla strada che collega con S. Isidoro, a pochi metri dall’omonima chiesetta campestre (per maggiori informazioni https://www.quartourismo.com/2021/01/26/la-chiesa-campestre-di-san-forzorio/). La palude, alimentata attualmente da una serie di canali artificiali, quali quello di deflusso delle acque del vicino invaso del Simbirizzi (ITG27SAR1158), conserva tuttavia, a dispetto del Simbirizzi, almeno parte delle originali caratteristiche di salinità e vegetazionali. Il sito è uno degli stagni endorreici presenti nella piana del Campidano, testimoni della linea di costa del Tirreniano-Riss-Würm (120.000-80.000 anni fa). I suoli, deposizionali di origine marina, conservano un’elevata salinità che si riverbera in una vegetazione tipica delle steppe salate, soprattutto nelle aree temporanee che nei periodi estivi si dissecano, lasciando un crostone di sale che permette la colonizzazione alle sole specie alofile e alotolleranti. Tra questi si menziona il Limonium virgatum s.l. che va a costituire l’habitat prioritario 1510*. A mosaico, giuncheti con J. subulatus (predominante), J. maritimus e J. acutus, vanno invece a comporre l’habitat 1410. Ai margini, imponenti esemplari di Tamarix africana e T. arborea, compongono invece i tipici forteti ripari della Tamaricetea (Habitat 92D0). In particolare quest’ultimo ambiente appare compromesso dalla presenza di insediamenti umani che lo frammentano e favoriscono la colonizzazione di specie alloctone invasive (Acacia saligna e Parkinsonia aculeata su tutte). Si rileva inoltre la presenza di rifiuti di vario tipo, quali calcinacci, frammenti di amianto e carcasse di auto. Dove le acque, presumibilmente meno salate, si mantengono in ristagni poco profondi, si instaura un folto canneto impenetrabile di Phragmites australis sede, molto probabilmente, di una ricca fauna. Al momento del monitoraggio, numerose rondini e gruccioni sorvolavano la zona alla ricerca di insetti e altre piccole prede. Attirati da tale ricchezza, rapaci, quali il falco di palude e il barbagianni erano anch’essi presenti. A dispetto delle rilevanze ambientali appena citate, il sito non è protetto [Monitoraggio in campo: M. Fois 22.07.2021]