Zone umide nelle isole italiane

Lo Stagno di Cagliari (Laguna di Santa Gilla) è situato nella piana meridionale del Campidano ed è compreso tra i territori di Cagliari, Assemini, Elmas e Capoterra. Si tratta di un sistema di zone umide con un'estensione di 6000 ha, includendo le porzioni a mare, caratterizzato da acque con livelli di salinità che variano da quelle dolci a quelle con salinità superiore a quella marina. L'apporto idrico di acque dolci è assicurato principalmente dal Riu Cixerri e il Flumini Mannu, nella parte centrale e dal Riu S. Lucia e Rio di Sestu, rispettivamente a ovest e a est dello stagno. Lo scambio principale delle acque dolci fluviali con quelle marine avviene attraverso l’apertura de La Scafa e, in minor misura, attraverso quel che resta delle antiche bocche a mare della laguna che si aprono lungo il cordone di La Playa. Sebbene la sua formazione sia da ricollegare ad eventi naturali legati principalmente all'ingressione marina nelle piane alluvionali-costiere dei fiumi sopracitati, l'ampio sistema ha subito profonde modificazioni da parte dell'uomo. Queste sono riconducibili, principalmente, all'apertura a mare di una sezione subacquea pari a 280 mq e alla canalizzazione delle acque, oltre alla realizzazione del porto industriale, strade, centri urbani e aeroporto. Nella porzione a ovest dello stagno, è presente l'agglomerato di Macchiareddu, uno dei principali poli industriali dell'Isola. La laguna svolge inoltre un'importante funzione produttiva legata all’attività di pesca e di raccolta del sale. Nonostante la presenza di minacce, legate principalmente alle numerose attività antropiche, il sito continua a rappresentare uno dei più importanti ‘punti caldi’ della biodiversità dell'Isola. Partendo da un livello elevato di salinità dei suoli ad uno via via meno intenso, gli habitat più rappresentativi sono il 1420-Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi) e il 1410-Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi), con la presenza a mosaico dell'habitat prioritario 1510*-Steppe salate mediterranee (Limonietalia). Avvicinandosi ai rii, principalmente a nord dello stagno, la vegetazione ripariale presente è principalmente attribuibile all'habitat 92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae), con la presenza di boschi planiziali a Populus alba, Ulmus minor e Fraxinus angustifolia subsp. oxycarpa, attribuibili all'habitat 91B0-Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia. La componente floristica di maggior interesse, è rappresentata dalla presenza di taxa endemici e di interesse conservazionistico, principalmente legati agli ambienti salsi, quali Limonium sp.pl, Malva lusitanica, Halocnemum strobilaceum, Plagius flosculosus, Salicornia emerici e Salicornia patula. L'intero ecosistema è, al tempo stesso, minacciato dalla presenza di numerosi taxa invasivi, quali Hydrocotyle ranunculoides, Acacia sp.pl., Lycium ferocissimum, Cotula coronopifolia, Cortaderia selloana e Robinia pseudoacacia. Per quanto riguarda la fauna, di particolare interesse è la componente avifaunistica, rappresenta da numerose specie, quali il fenicottero rosa, il corvo reale, il falco di palude, il gufo di palude, il fratino, il gabbiano roseo, l'airone rosso, la spatola e il pollo sultano. Il sito è stato designato Zona Speciale di Conservazione ZSC (ITB040023) e zona a protezione speciale ZPS (ITB044003), oltre ad essere un sito Ramsar (IT018 D.M. 01/08/77). Si appresta inoltre ad essere protetta attraverso l'istituzione di una riserva unica che includerà la già istituita Riserva Naturale Regionale del Parco di Molentargius-Saline. [Monitoraggi in campo: M. Fois, A. Cuena, L. Podda & G. Bacchetta 2018-2020]