Zone umide nelle isole italiane

L'area umida di Molentargius è un'area estesa su un territorio di circa 1600 ettari delimitata dall'espansione urbana dei Comuni di Cagliari, Quartu Sant'Elena, Selargius, Quartucciu e dal lungomare del Poetto. Nel 1999 (Legge Regionale n°5 del 26/02/1999), nasce il Parco Naturale Regionale con l'obiettivo di tutelare e valorizzare un sito di interesse internazionale, già inserito dal 1977 nella Convenzione Ramsar per la sua rilevanza come luogo di sosta, svernamento e nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici. L'eccezionalità di questa area è data dalla presenza di bacini sia di acqua dolce che salata, separati da una piana con caratteristiche di prevalente aridità denominata Is Arenas. Le zone ad acqua dolce sono costituite dagli stagni del Bellarosa Minore e Perdalonga, nati come vasche di espansione delle acque meteoriche. Le zone di acqua salata comprendono gli specchi d'acqua dell'ex sistema produttivo delle Saline di Stato di Cagliari, costituiti dal Bellarosa Maggiore o Molentargius (vasca di prima evaporazione), dallo Stagno di Quartu (vasche di seconda e terza evaporazione), dalle altre vasche salanti (saline di Cagliari) e dal Perda Bianca (ex bacino di raccolta delle acque madri). L'area umida di Molentargius, dalla dismissione della attività di estrazione del sale, avvenuta nel 1985, ha attraversato un percorso di riqualificazione e trasformazione in quello che ora è uno dei siti più ricchi di specie dell'avifauna dell'intera Sardegna. Tra le azioni di ricerca e conservazione portate avanti dal Parco Regionale, in collaborazione con numerosi altri centri di ricerca ed enti regionali ed internazionali, si cita il progetto ZOUMgest, che considera la duplice natura dell'Ecosistema Filtro, un ''impianto tecnologico'' e di ''ecosistema naturale'', esteso per circa 40 ettari e realizzato nell'ambito dei lavori di risanamento, che ha il duplice scopo di fitodepurazione e di fornire le condizioni ideali per la presenza e in alcuni casi la riproduzione di numerose specie d’interesse conservazionistico, quali il pollo sultano (Porphyrio porphyrio). Il Parco ha finanziato inoltre un progetto per il monitoraggio, controllo ed eradicazione delle specie alloctone vegetali invasive attraverso un accordo con il Centro Conservazione Biodiversità (CCB) dell’Università degli Studi di Cagliari. Lo stagno di Molentargius è risultato negli ultimi anni il sito più importante nel bacino del Mediterraneo per quanto riguarda la nidificazione dei fenicotteri che si concentrano nel Bellarosa maggiore e nelle vasche salanti delle saline. Il sito inoltre rappresenta un eccezionale esempio di coesistenza di attività ricreative ed educative con quelle più prettamente conservazionistiche. Oltre alla già menzionata rilevanza conservazionistica per la presenza di circa 230 specie di uccelli acquatici svernanti e nidificanti, si riporta la presenza di alcuni anfibi e rettili di altresì importanza come la raganella (Hyla sarda), la natrice viperina (Natrix maura), il colubro ferro di cavallo (Coluber hippocrepis) o la tartaruga d'acqua (Emys orbicularis). In base a quanto riportato da De Martis et al. (2008), sono 684 i taxa vegetali presenti, una buona parte delle quali sono endemiche o molto rare in Sardegna e pertanto di notevole interesse. Il Parco, oltre ad ospitare tale grande varietà di habitat e specie di importanza comunitaria, conserva ancora le tracce del suo passato testimoniato dagli affascinanti edifici dei primi del ‘900 della Città del Sale e degli antichi macchinari industriali. In accordo con quanto detto, l’intera area umida è particolarmente protetta in base all’istituzione del Parco Regionale e all’inclusione all’interno della rete Natura 2000 in qualità di Zona di protezione speciale (ZPS) e Zona speciale di conservazione (ZSC), rispettivamente identificabili con il codice univoco ITB044002 e ITB044022. Nel sito è vietata la caccia, per l’istituzione dell’oasi permanete di protezione faunistica (OASI_CA20) ed è identificato come sito di importanza internazionale in base alla convenzione "Ramsar".