Zone umide nelle isole italiane

s'Ena Arrubia è uno dei numerosi stagni presenti nel Comune di Santa Giusta e, più in generale, nel Golfo di Oristano. Si tratta di un sito di notevole interesse, soprattutto per la presenza di numerose specie di uccelli che svernano e nidificano. In accordo, è uno dei siti Ramsar istituiti per la Sardegna (ID 7IT016) e ricade all’interno della Rete Natura 2000 in qualità di Zona Speciale di Conservazione (ZSC - ITB030016) e Zona di Protezione Speciale (ZPS - ITB034001), oltre a essere interdetta dall’attività venatoria (Decreto dell'Assessore della Difesa dell'Ambiente n. 111 del 20 luglio 1978). La zona umida, estesa per più di 1000 ettari, ricade principalmente nei territori comunali di Arborea e Santa Giusta ed è circondata, nella parte per lo più a monte, da manufatti periurbani, comprendenti strade ed edifici, mentre la parte a mare è prevalentemente circondata da habitat psammofili comprendenti una estesa pineta artificiale, oltre alla vegetazione dunale arbustiva ed erbacea. Il sito fornisce numerosi servizi ecosistemici che comprendono quelli relativi alla fornitura di acqua, nutrienti e materie prime per l’agricoltura, oltre a quelli legati alle attività ricreative e turistiche, evidenti per la presenza di sentieri e piste ciclabili oltre all’omonimo campeggio “s’Ena Arrubia”. Tra le specie vascolari d’interesse, si menziona Silene succulenta subsp. corsica, endemica sardo-corsa, presente lungo il cordone dunale, e alcuni taxa segnalati in passato e da ricercare, quali Anchusa sp., Juncus gerardi e Salicornia veneta. Appaiono invece più frequenti rispetto al passato le esotiche e in particolare Opuntia ficus-indica, Oxalys pes-caprae, Carpobrotus acinaciformis e Dysphania botrys. Sono invece numerose e apparentemente in costante numero le specie ornitiche presenti, nonostante la presenza di fattori di disturbo. Durante il sopraluogo erano ad esempio presenti alcuni cacciatori, a dispetto delle limitazioni vigenti. Erano inoltre visibili alcuni esemplari di riccio comune (ma non si esclude la stessa minaccia per l’avifauna) uccisi probabilmente durante l’attraversamento della strada che lambisce la parte a nord dello stagno. Le acque inoltre appaiono ricche di nutrienti organici, alimentati probabilmente dall’importante attività agricola che circonda l’area. [Monitoraggio effettuato da: M. Fois, 02.01.2022]